Una squadra non si nutre solo di tecnica o di tattica, ma anche di entusiasmo, passione, desiderio di spostare su, sempre più su l’asticella. Come nel caso di Sara Ingrosso: ha 16 anni e, la scorsa stagione, è entrata a far parte della rosa di B2, dando subito un contributo tangibile. Dentro e fuori dal campo.

SCUOLA E PALESTRA – «Qui ho trovato un’intensità e un ritmo ben diversi rispetto al settore giovanile – racconta la numero 9 – ma il volley d’alto livello mi ha aiutato a organizzare la mia quotidianità, a far coesistere lo studio e la mia passione, senza che una sfera escludesse l’altra. Ora sono tranquilla perché riesco a gestire tutto». Nonostante lo scoppio dei contagi: «All’inizio è stata dura. Di punto in bianco sono passata dall’allenarmi ogni giorno allo stop totale. Pensavo che questa situazione sarebbe durata poco, invece è da un anno che conviviamo con il virus»

VARIABILI INFINITE – Passando alla stretta attualità, le ragazze del Cortina Express Belluno hanno appena ritrovato il successo contro l’Ezzelina Carinatese: «Siamo un bel gruppo, ci sosteniamo a vicenda. Nonostante il pubblico manchi tantissimo: gli incitamenti dalle tribune ti spingono a dare il 110 per cento. Perché non giochi solo per te stessa, ma pure per gli altri, per chi ti guarda». Le variabili di questo campionato? Infinite: «Difficile fissare obiettivi, visto che non dipende soltanto dal collettivo, ma da ognuna da noi, presa singolarmente. E anche dalle nostre avversarie. In questa fase di pandemia, ci sono una serie di tanti, piccoli fattori che potrebbero causare disordine. In generale, siamo partite bene. Poi, tra acciacchi e infortuni, abbiamo accusato un calo. Tuttavia, sono sicura che riusciremo a ritagliarci le nostre soddisfazioni»

DALLA JUVE ALLE SERIE TV – Appassionata di calcio e tifosa juventina, si rilassa guardando le serie della Rai (da “Don Matteo” a “Un passo dal cielo”) e di Netflix, suona il pianoforte, il cuore batte per la Puglia e le papille gustative cantano per la carbonara. Ma in cima alle priorità c’è sua maestà la pallavolo: «Mi è sempre piaciuta. È una passione spontanea e naturale, che alimento fin da piccola. Solo che l’altezza mi penalizza, inutile nasconderlo. Vestire questa maglia anche in futuro sarebbe meraviglioso, però sono consapevole di avere dei limiti oggettivi che non posso superare». 

E allora, a tale proposito, ci permettiamo di rispolverare un vecchio adagio, secondo cui «non è importante essere alti, ma essere all’altezza». E Sara, anche grazie alla sua umiltà, lo è. Eccome se lo è. 

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