Ciak, motore, azione. 

Se la stagione della Da Rold Logistics Belluno fosse un film, sarebbe un kolossal. Con un regista d’eccezione: Gian Luca Colussi. Ma l’opera, per quanto appassionante e per certi versi straordinaria, non è ancora finita. Mancherebbe il lieto fine. In due atti: quelli che chiuderanno i playoff di serie B maschile. A cominciare dall’andata, in programma sabato sera (12 giugno, ore 20.30), in Emilia: i rinoceronti sono attesi dalla Geetit Bologna. «Essere qui in questo momento della stagione? Ci speravo – afferma Colussi – e un po’ me lo aspettavo pure. Anche se questo non è un mese propriamente indicato per lavorare in palestra». 

Cosa sapete del sestetto che vi divide dal sogno chiamato A3? 

«Lo stiamo studiando adesso: coach Diego Poletto, ma anche Alessio Bortoluzzi e Lorenzo Nesello sono all’opera per carpire il maggior numero possibile di informazioni. Sappiamo per certo che l’organico è ricco di atleti con esperienze in B e alcuni pure in serie A. Hanno una bella diagonale, con un palleggiatore e un opposto di rilievo, due centrali alti, mentre le bande saltano parecchio. Nel complesso, è una squadra che sbaglia poco: se giochiamo sui nostri livelli, però, possiamo metterli in difficoltà». 

Avete appena superato un osso duro come Monselice. 

«Forse è stato meno complicato del previsto. Di sicuro, non abbiamo permesso al Monselice di giocare: come un cane rognoso, ci siamo attaccati agli avversari, costringendoli a forzare al massimo».  

Quattordici partite in stagione, altrettanti successi: da dove nasce questa cavalcata? 

«Dalla continuità, dall’impegno, dall’attenzione nel seguire le direttive di Poletto. In realtà siamo il gruppo dello scorso anno, ma è evidente che c’è stata una crescita importante da parte di tutti. In più, ci stiamo divertendo: io per primo. Sobbarcarmi un’ora di strada in auto all’andata, e un’altra al ritorno, non mi pesa minimante. Anzi, lo faccio con entusiasmo». 

Cosa manca? 

«Finora siamo stati bravissimi, per diventare eccezionali manca l’ultimo passo». 

Un passo che magari può essere compiuto con la ritrovata spinta del pubblico, il 19 giugno. 

«Sarebbe meraviglioso avere un De Mas strapieno. Sappiamo che non sarà possibile per le misure restrittive, ma va bene così. E poi, arrivati a questo punto, il fattore ambientale conterà in maniera relativa. Ora dovremo essere anche un po’ spregiudicati e osare qualcosa, senza timori, né pressioni. È il momento di spingere al 100 per cento». 

Sensazioni? 

«Positive. Lo sono sempre state. E poi è un privilegio poter giocare una finale». 

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