MARTIGNACCO-PALLAVOLO BELLUNO 2-3

PARZIALI: 18-25, 17-25, 25-12, 25-16, 6-15.

POLISPORTIVA LIBERTAS MARTIGNACCO: Loi 13, Degano, Mussap 3, Picco 1, Zanussi 3, Franceschinis 19, Asquini 12, Quagliaro, Sangoi 4, Miculan, Merlino (L). 

PALLAVOLO BELLUNO: Cristante, Buzzatti 2, Zambon 4, Fantinel 17, Fioretti 15, Zago 13; Lozza (L), Casagrande 4, Ingrosso 3, D’Isep. Allenatore: D. Pavei. 

ARBITRI: Luca Pierdomenico e Andrea Benedetti di Gorizia. 

NOTE. Durata set 25’, 50’, 23’, 26’, 15’; totale 2h19’. Martignacco: battute sbagliate 18, vincenti 9, muri 6. Belluno: b.s. 20, v. 14, m 3.

Coach Dario Pavei, alla vigilia, lo aveva preannunciato: «Possiamo centrare un risultato positivo». Detto, fatto.  A Martignacco, la Pallavolo Belluno rompe il ghiaccio nel campionato femminile di B2. E si regala il primo successo stagionale. 

Un successo voluto, sudato, sofferto. Ma alla fine del tutto meritato, nonostante la rimonta subita. Sì, perché nei primi due set le lupe sono semplicemente travolgenti. E non permettono alle padrone di casa di entrare in partita. Il confronto, però, cambia in maniera radicale nel terzo round, quando le friulane rivoluzionano il sestetto, cambiando la diagonale, e crescono di livello al servizio.

In un amen, la gara torna in equilibrio: tutto da rifare. Beh, non proprio tutto. Perché le lupe ritrovano il filo della loro pallavolo in un tie-break da incorniciare. E conducono in porto una vittoria di importanza capitale: «Sono punti che danno coraggio, stabilità e fiducia», afferma il presidente Claudio Casanova. 

E coach Dario Pavei è sulla stessa linea di pensiero: «Vittoria fondamentale. Considerato il lavoro fatto in palestra, il gruppo si meritava questa soddisfazione». Il sestetto dolomitico ha dovuto respingere la rimonta del Martignacco ed è stato trascinato da Fantinel, Fioretti e Zago (tutte e tre in doppia cifra): «I primi due parziali sono stati interpretati in maniera ineccepibile dal punto di vista tattico – conclude il tecnico -. Poi le nostre avversarie sono cresciute, ma va bene così. È un po’ come a scuola: le ragazze hanno studiato, si sono applicate e impegnate. E l’interrogazione è andata bene. Quindi meritano un bel voto: poteva essere 9, alla fine è 8 perché abbiamo sbagliato l’ultima domanda».

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